lunedì 26 marzo 2012

Testamento di Heilingestadt

Uno dei motivi dell'esistenza del nostro blog è l'amore, la passione, le grandi storie, persone che hanno davvero cambiato le proprie sorti e senza nemmeno accorgersene hanno cambiato il corso della storia, il modo di intendere, di sentire, di amare.
Ludwig Van Beethoven ha scritto per se stesso memorabili sinfonie, sonate e tutto quello che riguarda la musica da camera. Sono arrivate fino ai giorni nostri, perchè sono grandi, magniloquenti, piene appunto di Passione

La storia del "Ludovico Van" alla maniera di Kubrick è bella, triste ma anche piena di passione. Quella passione, per la musica, che la tenuto in vita nonostante la malattia penalizzante. E la solitudine, quella infinita solitudine che l'ha costretto pian piano ad allontanarsi da tutto e da tutti. Destino fatale dipinto dolorosamente e magistralmente nella quinta sinfonia.
Il romanticismo di Beethoven è personale, singolare, c'entra ben poco il fermento di Novalis e soci

" La mia sventura mi fa doppiamente soffrire perchè mi porta ad essere frainteso. Per me non può esservi sollievo nella compagnia degli uomini, non possono esservi conversazioni elevate, nè confidenze reciproche"
" Quale umiliazione ho provato quando qualcuno, vicino a me, udiva il canto di un pastore e ancora io nulla udivo. Tali esperienze mi hanno portato sull'orlo della disperazione e poco è mancato che non ponessi fine alla mia vita"
" La mia arte, soltanto essa mi ha trattenuto"
Da il testamento di Heilingestadt, 6 ottobre 1802


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